Affrontare l’Ansia: cosa fare e non fare

Tachicardia, sensazione di soffocamento, sudorazione eccessiva, mal di stomaco, capogiri?

Ti è mai capitato di avere questi sintomi? Niente “paura” probabilmente hai dovuto affrontare un episodio di ansia! 

Ne soffrono 12 milioni di italiani secondo una stima svolta dall’Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico (Eurodap).

In questo articolo cerchiamo di capire cos’è e come affrontarla nel migliore dei modi.

Ma cosa è l’ansia? 

Se so cosa è posso affrontarla e trovare il rimedio giusto.L’Ansia è “l’anticipazione apprensiva di un pericolo o di un evento negativo futuro, accompagnata da sentimenti di disforia o da sintomi fisici di tensione” (APA, 2013). E’ caratterizzata da un sentimento di apprensione, di tensione, di disagio, di terrore di fronte a una minaccia di indefinita natura. Spesso chi ne è colpito, si sente nervoso, preoccupato e insicuro nell’affrontare situazioni della vita quotidiana che fin ad allora non rappresentavano un problema. Il disturbo d’ansia si presenta in forme lievi, moderate a gravi, in relazione al grado di compromissione della vita del soggetto ansioso e alla eccessività e persistenza dei sintomi.

L’ansia e la paura 

La Paura è un “emozione primaria di difesa, provocata da una situazione di pericolo che può essere reale, anticipata dalla previsione, evocata dal ricordo o prodotta dalla fantasia.

La paura è spesso accompagnata da una reazione organica, di cui è responsabile il sistema nervoso autonomo, che prepara l’organismo a far fronte ad una situazione d’emergenza, disponendolo, anche se in modo non specifico, all’apprestamento delle difese che si traducono solitamente in atteggiamenti di lotta e fuga” (Galimberti,2006).

Avere paura è fisiologico e ti “salva la vita”. La paura è, quindi, una risposta immediata dell’organismo di fronte un pericolo, ci permette di mettere in campo tutte le nostre risorse per far fronte ad una minaccia o, in alternativa, fuggire da essa. In maniera analoga, l’ansia ci permette di scorgere pericoli futuri e tutelarci da essi; nella giusta misura, essa ci rende più performanti rispetto a quando siamo in uno stato di tranquillità.

Il problema nasce quando si supera una certa dose di ansia e si finisce nel panico, generalizzando le reazioni ansiose a delle situazione che invece risultano essere neutre.

Chi soffre d’ansia non è l’unico a presentare delle difficoltà; questo disturbo coinvolge tutto l’entourage del soggetto ansioso. Chi si occupa di lui infatti cerca di aiutarlo facendo il possibile, sostituendosi anche a lui. Questo ci spiega come questo disturbo sia di origine relazionale, ossia si mantiene all’interno della relazione tra la persona che ne soffre e gli altri con cui interagisce.  A dispetto di quanto si possa credere questo tipo di forma di aiuto non fa che peggiorare la situazione. Il soggetto si sentirà incapace di uscire da solo da questa situazione, di affrontare l’ansia, di risolvere il suo problema e questo alimenterà la sua dipendenza dall’altro che a sua volta, in un circolo vizioso, alimenterà la sua paura di vivere la vita.

La Scuola di Palo Alto, origine delle moderne psicoterapie brevi strategiche, ha messo in evidenza che, paradossalmente, l’ansia prospera e aumenta a causa dei tentativi di soluzione attuati del soggetto che ne soffre e dalle persone che cercando di aiutarlo. Infatti, ripetere una soluzione inadeguata alimenta i problemi psicologici e, spesso, muta nel vero problema da risolvere (Secci, 2015).

Una tra le tentate soluzioni per affrontare l’ansia è quella di immergersi in una affannosa ricerca telematica di tutti i sintomi che si provano con l’obiettivo di autodiagnosticarsi la malattia che si ha o cercare le motivazioni che hanno portato a questo disagio. Informarsi su come affrontare l’ansia, è utile ma farlo in tal modo può invece tradursi nella classica sindrome dello studente di medicina, il quale sente di avere tutti i sintomi psicosomatici che via via va studiando, e quindi un possibile peggioramento dello suo stato d’essere.

Cosa fare e non fare per affrontare l’ansia

  •  L’ansia non si risolve con una chiacchierata tra amici, ma richiede un intervento psicologico professionale. Una delle prime cose da fare è quella di richiedere un colloquio con uno psicoterapeuta (linkalo all’articolo precedente) al fine di comprendere a quale tipo di disturbo siamo di fronte, intervenire tempestivamente e guarire in fretta.
  • Evita pertanto di affrontarla chiedendo aiuto ad amici e parenti, di farti sostituire nelle tue attività quotidiane; ciò comporterebbe un impoverimento delle tue risorse personali necessarie per la risoluzione del problema e un aumento della convinzione delle tue incapacità. Fatti altresì supportare nella scelta di rivolgerti ad un professionista.
  • Evita di parlare continuamente dell’ansia con chiunque ti capita vicino. Anche se sei convinto che ciò ti farà stare bene, ti porterà sollievo, attiverà un meccanismo contrario: non farà altro che alimentare la potenza dell’ansia e diverrà unico pensiero che guiderà le tue giornate.

Conclusioni

Niente ansia! I disturbi ansiosi sono, insieme alla depressione, quelli più trattati nella pratica clinica e anche i meglio conosciuti, e per tale motivo anche quelli dai quali, generalmente, si guarisce.  Quando da solo non riesci ad affrontare l’ansia e ti senti sopraffatto, rivolgersi ad un esperto in materia, lo psicoterapeuta, è il rimedio migliore che permette di ricevere gli strumenti necessari per la risoluzione del sintomo.

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Dott.ssa Valentina Nichil

Bigliografia

American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (5th ed.). Washington, DC: Author.Secci E.M. (2015) Conosci qualcuno che soffre d’ansia o attacchi di panico? Blog Therapy, Blog di Psicoterapia e Psicologia.Galimberti U. (2006) Dizionario di Psicologia. Roma, Gruppo Editoriale l’Espresso, vol.3.

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